I piccoli negozi di quartiere affrontano una crisi senza precedenti

di Marta Mecatti

A RISCHIO DI CHIUSURA 24.000 ESERCIZI COMMERCIALI ENTRO LA FINE DEL 2024 A CAUSA DEL CARO BOLLETTE E DEL BOOM DEL COMMERCIO ELETTRONICO

I dati forniti dall’ISTAT svelano una sfida emergente nel settore del retail italiano. A settembre 2023 si è registrato un calo congiunturale dello 0,3% in valore e dello 0,6% in volume per le vendite al dettaglio. Un decremento che si riflette sia nei beni alimentari che non alimentari, con particolare evidenza nel calo tendenziale dei beni non alimentari, che segna un -1,8% in valore e un -5,2% in volume. Tuttavia, nel medesimo periodo, si è verificato un incremento tendenziale dell’1,3% in valore complessivo delle vendite al dettaglio, nonostante un marcato calo in volume del 4,4%. La grande distribuzione e le vendite online mantengono invece una crescita positiva.

In questo scenario, i piccoli negozi di quartiere affrontano una crisi senza precedenti, con una previsione di chiusura di 24.000 esercizi entro la fine dell’anno, di cui 11.800 solo nei primi sei mesi, secondo Confesercenti. Le cause sono principalmente due: il rincaro di affitti e bollette e la concorrenza del boom del commercio elettronico.

Per far fronte ai grandi cambiamenti del contesto socioeconomico odierno, i titolari di queste attività locali hanno bisogno di adottare un approccio fuori dal coro, che sia in grado di valorizzare la loro unicità, senza rincorrere la visibilità a tutti i costi, con campagne pubblicitarie costose, tipiche delle realtà più strutturate e già affermate.

Ma servirebbe l’aiuto concreto dello Stato!

 

Foto di copertina di Gabe Raggio da Pixabay

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