Il Libano sta morendo

di Pietro Licciardi

AL SUD SI COMBATTE E GIÀ 90MILA PERSONE SONO FUGGITE, NUMEROSI I MORTI E I FERITI TRA CUI BAMBINI MA NESSUNO SCENDE IN PIAZZA PER BEIRUT

Mentre per Gaza il mondo si mobilita per far cessare la guerra e impedire ulteriori uccisioni di civili nel sud del Libano si sta svolgendo un analogo conflitto tra l’esercito israeliano e la milizia filoiraniana di Hezbollah che ha già provocato l’esodo di almeno 90mila persone, tra cui 30mila bambini. Secondo il ministero della sanità pubblica libanese l’escalation dei combattimenti, iniziati nell’ottobre del 2023, ha causato la morte di 8 bambini e 75 sono stati feriti. I libanesi che fino ad ora hanno perso la vita sono 344, 1.359 i feriti.

Purtroppo il Libano non ha materie prime, la sua economia e a pezzi e la sua posizione non è così strategica. Inoltre è occupato dai miliziani di Hezbollah, che non godono dell’appoggio e dei soldi dei ricchi emirati arabi alleati degli Stati Uniti, bensì degli sciiti iraniani, il nuovo nemico pubblico numero uno di Washington e di Israele, quindi per questo martoriato paese mediorientale niente cortei, niente proteste, nessun aiuto umanitario; soltanto miseria, morte e distruzione. 

Il rischio incombente, come fanno sapere le fonti, è di un allargamento del conflitto a tutto il Libano con conseguenze incalcolabili sul piano umanitario. Già oggi a causa del conflitto molte infrastrutture civili sono state danneggiate e molti servizi di base – da cui parecchie famiglie e bambini ormai in miseria dipendono – sono paralizzati. Sono state pesantemente danneggiate anche nove stazioni idriche, che servono una popolazione di 100mila persone col rischio di epidemie con l’approssimarsi della stagione calda. Inoltre più di 70 scuole sono chiuse e circa 20mila giovani e bambini hanno dovuto interrompere gli studi mentre 23 strutture sanitarie che servivano 4mila persone sono inutilizzabili a causa dei combattimenti (fonte Unicef).

A tutto questo si aggiunge la drammatica situazione economica, che rende quasi impossibile provvedere agli sfollati dalle zone di guerra. La lira libanese è stata svalutata del 98% dall’inizio della crisi e di conseguenza intere famiglie si sono ridotte a chiedere l’elemosina e a mandare i figli, anche di soli 4 anni, a lavorare nei campi. Bambini di appena sette anni già lamentano problemi alla schiena a causa dei pesanti carichi che devono trasportare quotidianamente per raggranellare qualche spicciolo.

In questa situazione sempre più disperata i cristiani libanesi sono in prima fila per cercare di alleviare in qualche modo il mare di sofferenza che grava sulle spalle della quasi totalità della popolazione. L’associazione Oui pour la Vie, animata dal missionario italiano padre Damiano Puccini, con grande sacrificio riesce ancora a tenere aperta a Damour, un sobborgo di Beirut, una cucina che fornisce pasti gratis, un ambulatorio medico e una scuola. Tutte queste opere sono possibili grazie all’aiuto di benefattori che dall’Italia spediscono il loro contributo. Le offerte servono per acquistare sul posto i generi di prima necessità sostenendo così un minimo di economia locale.

Per inviare offerte: bonifico sul conto: Oui pour la Vie, presso Unicredit Cascina (PI). IBAN: IT94Q0200870951000105404518; (BIC-Swift: UNCRITM1G05 se richiesto). Indicate nella causale del bonifico il vostro email/telefono cell e avvisateci dell’offerta scrivendo a info@ouipourlavielb.com. Grazie.

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