Il Vicepresidente CEI: “il diritto alla salute è negato in diverse zone d’Italia”

di Bruno Volpe

IL DIVARIO TRA RICCHI E POVERI È CRESCIUTO NOTEVOLMENTE

“Il Santo è colui che si distingue per fedeltà al Vangelo”: ecco la definzione che ci regala in questa intervista, il Vice Presidente Cei Monsignor Francesco  Savino, vescovo di Cassano allo Jonio. Con lui parliamo della festa di Tutti i Santi ormai imminente e anche di sanità, come diritto spesso negato ai cittadini non facoltosi.

Eccellenza Savino, il primo novembre la Chiesa celebra la solennità di Tutti i Santi. Che cosa rappresenta?

“E’ una festa molto importante e dimostra che esiste una Chiesa dei santi e delle Beatitudini, una grande ricchezza per noi viventi. Del resto, la vocazione di ogni cristiano è alla santità che non significa fare cose straordinarie, ma operare correttamente nell’ ordinario, nelle vicende di ogni giorno, nel lavoro, nella famiglia, nei rapporti sociali”.

Ma i santi sono solo quelli indicati dal calendario?

“No. Ovviamente ci sono quelli che la Chiesa, dopo studio e valutazione, ha elevato alla gloria degli altari e di cui festeggiamo le date. Ma i santi non sono soltanto loro. Partiamo intanto dalla etimologia della parola santo. Santo dal latino è colui che si è distinto, anzi che si distingue, cerca di essere coerente nelle scelte, fedele al Vangelo e soprattutto cerca di non tradire il Vangelo nel modo di operare. Il santo è colui il quale offre una testimonianza coerente al Vangelo, che non è di scandalo. In ogni caso i santi non sono soltanto quelli indicati dalla Chiesa e sul calendario. Esistono tanti santi anonimi anche se non sono saliti alla gloria degl altari, i santi della porta accanto. Tante persone che hanno vissuto degnamente il Vangelo, che hanno operato correttamente, che nelle scelte si sono mostrati configurati al Vangelo. Anche loro oggi sono nella gloria di Dio assieme diciamo così a quelli famosi o conosciuti”.

Quella di Tutti i Santi è una ricorrenza legata a quella dedicata ai fedeli defunti…

“La saggezza della liturgia ha messo queste due ricorrenze una dietro l’altra. Prima celebriamo la santità, poi ricordiamo devotamente coloro che ci hanno lasciati fisicamente ed oggi sono al cospetto di Dio o in alcuni casi stanno purgando le loro fragilità commesse sulla terra. E’ bello ricordare con una celebrazione eucaristica coloro che ci hanno preceduti, la preghiera per i defunti è la cosa migliore che possiamo fare per loro, e loro pregano ed intercedono per noi qui. Il legame esiste ancora ed è forte, si è solo trasformato il modo, ma i nostri cari defunti sono sempre con noi e nei nostri cuori, ci aiutano, incoraggiano, ci seguono”.

Un giorno ci rivedremo…

“La fede senza la resurrezione sarebbe vana, ce lo dice San Paolo e la rivelazione. Non sappiamo il giorno e quando, ma la resurrezione dei morti avverrà e faremo festa con loro, li rivedremo”.

Eccellenza, il politico e medico Sen. Domenico Scilipoti Isgrò ha preso carta e penna e ha scritto oltre che al Presidente Mattarella anche al Papa per denunciare la drammatica situazione in cui versa la sanità pubblica. Preoccupato?

“Sono molto preoccupato e sottolineo che in alcune zone di Italia il diritto alla salute – che secondo la nostra Carta Costituzionale è un diritto fondamentale, cioè basilare, lo dice l’art 32 – è negato”.

Che sta accadendo?

“Che poco alla volta si sta creando un sistema che privilegia il privato rispetto al pubblico. Io non ho nulla contro il privato, tuttavia in questo momento si sta creando uno sbilanciamento in favore della sanità privata rispetto alla pubblica. A mio avviso il negato o ridotto diritto alla salute per i non abbienti è una lesione sia della libertà che della stessa democrazia. E’ a dir poco scandaloso che se il povero si ammala, e anche i poveri si ammalano, non trova spesso rimedi adeguati e tempestivi nel pubblico, penso alle liste di attesa intollerabili in base alle quali chi ha urgenza e non è abbiente o soccombe o si indebita per pagare la parcella”.

Da che dipende tutto questo?

“Dal fatto che sulla sanità pubblica si è investito poco e si sono fatti tagli spesso innecessari e ricordo che la denuncia è essa stessa un annuncio di salvezza. Da cristiani abbiamo il diritto ed anche il dovere della denuncia. Non ho nulla contro il privato e penso che pubblico e privato debbano convivere in modo virtuoso, solidale e sussidiario, tuttavia va riconosciuto che l’ attuale sistema finanziario ed economico, il capitalismo selvaggio e senza regole hanno fallito e si è creato un impoverimento generale. Il divario tra ricchi e poveri è cresciuto notevolmente e, citando una espressione cara al Papa, questa economia uccide”.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments