La scienza sta dimostrando che il governo ha fallito su tutta la linea

La scienza sta dimostrando che il governo ha fallito su tutta la linea

di Raffaele Cerbini

TOTALMENTE SCARDINATA LA VALIDITA’ DEL DEMENZIALE GREEN PASS PER ARGINARE IL COVID-19 E LE SUE VARIANTI. INSISTERE SUGLI ATTUALI VACCINI E’ UNA PESSIMA STRATEGIA

Sono di recentissima pubblicazione i dati provenienti da Israele riguardo la quarta dose di vaccino. Come si vede nel primo grafico vi è la modestissima riduzione di un fattore circa 2 per la possibilità di infezione a distanza di tre settimane dalla somministrazione. Appare immediatamente evidente che, rispetto alla riduzione di circa 18 volte della possibilità di infezione che la dose booster mostrava a seguito della immunity waning post seconda dose (e pubblicata il 7 ottobre scorso nel NEJM), una ulteriore dose di questo vaccino sia assolutamente inutile.

Detto questo dovrebbe essere ovvia la decisione del governo di non poter insistere in alcun modo con il demenziale green pass, dimostrando che tale strumento è totalmente inutile al controllo della pandemia, così come sono inutili i vari lockdown come ben dimostrato dalla pubblicazione di qualche giorno fa della Johns Hopkins University.

La scienza si sta muovendo a passi rapidi per scardinare l’impostazione repressiva, chiusurista e discriminatoria perseguita dal nostro governo, ma purtroppo ora i vari membri del Comitato tecnico scientifico, Locatelli in testa, stanno facendo passare in tutti i mezzi di comunicazione l’incredibile messaggio che il termine dell’attuale ondata pandemica sia merito loro. Niente di più falso!

E’ mai possibile che in Italia non vi siano più giornalisti coraggiosi? Possibile che la verità, ormai ben nota negli altri paesi, continui qui ad essere negata?

Dal punto di vista scientifico dobbiamo continuare ad essere estremamente rigorosi nel raccomandare le vaccinazioni per coloro che ne hanno bisogno, ma anche per dire chiaramente quali siano i soggetti che ne beneficiano in maniera cristallina e coloro che non ne trarrebbero vantaggi. Si tratta del famoso rapporto beneficio/rischio di cui ho parlato in altri articoli. In alcun modo si può approvare l’approccio deciso da Draghi e complici.

Concludo con un link alla pagina della International Coalition of Medicines Regulatory Authorities (ICMRA), che ha organizzato un interessante workshop sulla omicron svoltosi il 12 gennaio scorso nel quale il dottor Singer, Ministro della salute di Israele, ha tra l’altro affermato che in Israele è stata riscontrata una netta diminuzione dell’efficacia sul campo del vaccino nei confronti di infezioni e ricoveri a partire dalla seconda settimana di dicembre 2021 in corrispondenza della ondata determinata da Omicron; inoltre i dati del Ministero della Salute israeliano hanno dimostrato che l’immunità conferita dalla terza dose diminuisce dopo solo 3 mesi. Per tale motivo, i dati fallimentari della quarta dose sopra ricordati affermano con forza che continuare con il vaccino attuale non è affatto la strategia migliore.

Ed allora, credo sia importante riportare alcune delle conclusioni del meeting.

Soprattutto dal punto di vista di una strategia globale, ulteriori booster degli attuali vaccini somministrati a brevi intervalli per ripristinare la protezione che svanisce nel tempo non costituiscono l’approccio preferibile per proteggere la salute pubblica e dovrebbe invece essere definita una strategia a più lungo termine.

Per quanto riguarda la composizione del vaccino aggiornata, dovrebbero essere prese in considerazione altre alternative oltre a un vaccino Omicron monovalente in quanto non è ancora definito quale sarebbe l’approccio preferibile.

In linea di principio, sono necessari dati clinici per approvare un nuovo vaccino aggiornato.

Gli studi clinici dovrebbero dimostrare che la risposta immunitaria, misurata come anticorpi neutralizzanti, ottenuta attraverso il vaccino aggiornato è superiore alla risposta immunitaria ottenuta i precedenti vaccini

La neutralizzazione incrociata di altre varianti di concern preoccupanti sarebbe un’ulteriore prova rilevante per un aumento della protezione determinata dal vaccino aggiornato.

Questi criteri devono essere considerati un requisito minimo per supportare l’approvazione di un nuovo vaccino contro le varianti

Se quanto afferma la ICMRA è vero, in nessun modo gli attuali studi condotti da Pfizer e Moderna contro la variante Omicron potranno mai costituire un supporto per la validazione di un ulteriore nuovo vaccino, perché è di tutta evidenza che il disegno dello studio non sta rispettando i criteri suggeriti dalle autorità regolatorie.

In altri termini, se passa il concetto che risultati incerti, in poche centinaia di pazienti non rappresentativi delle varie fasce di età e delle condizioni di salute della popolazione generale, possano costituire la base per una vaccinazione mondiale, allora è di tutta evidenza che stiamo andando contro tutte le raccomandazioni per l’esecuzione delle sperimentazioni cliniche che si consolidate negli ultimi 50 anni.

E’ arrivato il momento di fermare con forza questa follia e vedremo nei prossimi mesi se questa vergognosa politica, ancora una volta, scavalcherà la scienza come purtroppo temo.

 

*Specializzato in Medicina Interna e Medicina d’Urgenza,
dal 2013 concentra l’attività nelle terapie innovative,
inclusa la terapia genica e la terapia somatica cellulare

 

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